CILA: come funziona la pratica edilizia di inizio lavori?

Hai in programma dei lavori di ristrutturazione o manutenzione per la tua casa e ti stai chiedendo quali siano i passaggi burocratici necessari? Navigare nel mondo delle pratiche edilizie può sembrare complesso, ma comprendere le diverse comunicazioni e permessi è fondamentale per avviare i lavori in serenità e nel pieno rispetto della normativa. Questa guida è pensata per fornirti una panoramica chiara e accessibile su uno degli strumenti più comuni per la gestione degli interventi edilizi: la CILA (Comunicazione di Inizio Lavori Asseverata).
Indice
Che cos'è e come funziona la CILA?
La CILA (Comunicazione di Inizio Lavori Asseverata) è una pratica amministrativa che in Italia ti permette di comunicare al Comune l’inizio di determinati lavori edilizi senza la necessità di ottenere un permesso di costruire. La CILA serve a snellire l’iter burocratico per interventi che non modificano la struttura portante dell’edificio, la volumetria, la sagoma o la destinazione d’uso. In pratica, serve a comunicare all’amministrazione che stai per avviare lavori di manutenzione straordinaria “leggera”.
Una volta presentata la CILA, i lavori possono iniziare immediatamente. Non è necessario attendere una risposta dal Comune, a meno che non vengano riscontrate irregolarità. In tal caso, l’amministrazione può richiedere integrazioni o bloccare i lavori.
Che differenza c'è tra SCIA, CILA e permesso di costruire?
La CILA è diversa dal Permesso di Costruire (necessario per interventi più complessi come nuove costruzioni, ristrutturazioni di casa importanti o ampliamenti) e dalla SCIA (Segnalazione Certificata di Inizio Attività, usata per interventi di maggiore impatto rispetto alla CILA, ma comunque meno invasivi di quelli che richiedono il Permesso di Costruire). La principale differenza sta nel livello di controllo amministrativo e nella complessità degli interventi: la CILA è la più semplice e rapida.
Quando è obbligatorio fare la CILA: quali lavori rientrano?
La CILA è obbligatoria per una serie di lavori, tra cui:
- Manutenzione straordinaria leggera: rifacimento di impianti (elettrico, idraulico, riscaldamento), spostamento di tramezzi (muri interni non portanti) senza alterazione della sagoma o della volumetria complessiva, apertura o chiusura di porte interne.
- Restauro e risanamento conservativo “leggero”: interventi volti a conservare l’organismo edilizio e ad assicurarne la funzionalità.
- Eliminazione delle barriere architettoniche: interventi che non comportano la realizzazione di rampe o ascensori esterni, ma ad esempio modifiche interne per facilitare l’accessibilità.
- Frazionamenti o fusioni di unità immobiliari: a condizione che non venga modificata la volumetria complessiva dell’edificio e la destinazione d’uso.
Quali sono i costi della CILA?
Il costo della CILA non è fisso e dipende da due fattori principali. Innanzitutto, c’è l’onorario del tecnico abilitato (ingegnere, architetto o geometra) che preparerà e invierà la pratica per te.
Questo costo è la parte più variabile e può oscillare notevolmente: per un intervento semplice come lo spostamento di un muro non portante, potresti spendere meno, mentre lavori più complessi come un frazionamento immobiliare comporteranno un costo maggiore.
In media, l’onorario del tecnico si aggira tra i €400 e i €1.500, ma per interventi molto articolati potrebbe essere superiore.
A questo si aggiungono i diritti di segreteria comunali, ovvero delle tasse che devi pagare al Comune per la gestione della pratica. Anche questi variano da Comune a Comune, partendo da pochi euro (o in rari casi zero) e arrivando fino a circa €260, o a volte di più per pratiche specifiche.
Cosa succede se faccio i lavori senza CILA?
Fare lavori in casa che richiederebbero la CILA (Comunicazione di Inizio Lavori Asseverata) senza presentarla comporta diverse conseguenze, principalmente di tipo economico e legale:
Sanzione amministrativa: La prima conseguenza è una multa (art. 6-bis del DPR 380/2001 del Testo Unico Edilizia). La legge italiana prevede una sanzione di 1.000 euro per la mancata presentazione della CILA, indipendentemente dall’entità o dal costo dei lavori. Se però la CILA viene presentata in seguito (anche se in ritardo), la multa può essere ridotta a 333 euro se i lavori sono ancora in corso, mentre rimane di 1.000 euro se i lavori sono già terminati.
CILA in sanatoria (o tardiva): Se hai già fatto i lavori senza la CILA, puoi regolarizzare la situazione presentando una CILA in sanatoria. Questo ti permette di mettere a posto la documentazione, ma comporta comunque una sanzione. Se i lavori sono già conclusi, dovrai affrontare la multa piena di 1.000 euro, ma se i lavori sono ancora in corso, la multa sarà ridotta a 333 euro.
Perdita di benefici fiscali: Se i lavori che hai effettuato danno diritto a detrazioni fiscali, come nel caso del bonus ristrutturazioni, la mancata presentazione della CILA può compromettere il diritto a usufruire di questi incentivi. L’Agenzia delle Entrate potrebbe infatti annullare le detrazioni se non riesci a dimostrare che i lavori sono stati eseguiti in conformità alle normative.
Problemi nella vendita dell’immobile: Quando decidi di vendere un immobile, il notaio deve verificare la conformità urbanistica e catastale. Se i lavori non sono stati regolarizzati con la CILA, l’immobile risulterà non conforme e la vendita potrebbe essere ostacolata o resa molto più complessa. Sarà necessario prima sanare la situazione, con un conseguente aumento di tempi e costi.
Problemi con il catasto: Molti lavori che richiedono la CILA comportano modifiche anche alla planimetria catastale. Se non presenti la CILA, l’immobile risulterà difforme tra lo stato di fatto e la sua rappresentazione catastale. Ciò può comportare ulteriori sanzioni e difficoltà in caso di futuri controlli.
Rischio di sospensione dei lavori o demolizione: Sebbene, per lavori che richiedono la CILA, sia raro arrivare a una demolizione (che di solito riguarda abusi più gravi), c’è comunque il rischio che il Comune possa ordinare la sospensione dei lavori o, nei casi più gravi, la demolizione se i lavori violano altre normative urbanistiche o di sicurezza. Senza l’asseverazione del tecnico, che attesti la conformità dei lavori, le opere potrebbero essere considerate non conformi e subire interventi correttivi.
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